La parità salariale diventa legge
Il 26 ottobre 2021 il Senato della Repubblica italiana si è pronunciato: il disegno di legge sulla parità salariale è stato approvato definitivamente.
Ma cosa comporterà materialmente questa decisione?
Innanzitutto, la modifica degli articoli 20 e 25 del Codice delle Pari opportunità.
Il primo prevede l’istituzione di un sistema di monitoraggio biennale, gestito dal consigliere o dalla consigliera nazionale di parità, che prevede la stesura di una relazione riguardo l’effettiva applicazione della legislazione e i risultati ottenuti relativi alle pari opportunità nell’ambito lavorativo.
Dunque un controllo effettivo sugli effetti della nuova disposizione.
La modifica all’articolo 25 riguarda, invece, l’ampliamento del concetto di discriminazione nell’ambito lavorativo. La modifica di quest’articolo seppur all’apparenza semplice, ammette ufficialmente l’obbligatorietà di non giudicare alcune pratiche discriminatorie come normalità. Mette fine ad alcune delle ingiustizie inflitte alle lavoratrici.
Una modifica molto dibattuta è sicuramente quella dell’articolo 46, secondo il quale le imprese con oltre 50 dipendenti avranno l’obbligo di presentare un rapporto periodico riguardante i livelli di parità di genere nella propria azienda, seguendo ovviamente specifici parametri descritti nella legge. In relazione a ciò, vengono fissate delle sanzioni amministrative applicate in caso di mancata redazione e invio del rapporto.
Viene disposto inoltre l’ampliamento della validità di questa legge anche alle società pubbliche.
Le ultime due decisioni sono senza dubbio quelle che hanno avuto più risonanza, soprattutto nel panorama delle piccole e medie imprese. La prima riguarda l’introduzione della “Certificazione di genere” e dei rispettivi parametri che un’impresa deve seguire per riceverla ed essere conseguentemente più attrattiva nel mercato. La seconda, invece, si riferisce alla creazione di un sistema di premialità basato su importanti agevolazioni fiscali dedicato a tutte le imprese che rispetteranno i criteri di parità.
Queste decisioni rappresentano una presa di coscienza da parte delle autorità italiane del bisogno di incentivi mirati all’uguaglianza di opportunità tra uomo e donna. Gli stereotipi di genere sono molto forti in Italia ed abbatterli completamente non è affatto semplice. L’uguaglianza tra le lavoratrici e i lavoratori dovrebbe essere un principio già esistente nella cornice culturale italiana. La necessità di una legge e di agevolazioni per le imprese che seguono questi parametri dimostra quanta strada c’è ancora da fare per il raggiungimento dell’equità.
Come sarà il contesto lavorativo italiano tra due anni? Questa legge riuscirà a vincere sulla disuguaglianza di genere?
Il tempo svelerà la risposta a tali quesiti.
APID Torino continuerà a promuovere l’imprenditoria femminile e a rappresentare la categoria delle lavoratrici sperando che riescano ad affermarsi nel mercato del lavoro in una posizione di equità e non di svantaggio rispetto agli uomini.
Per avere maggiori chiarimenti si riporta in basso il link dove è presente l’intero testo del disegno di legge.
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