L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione globale finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità e la pace, adottato all’unanimità dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, con la risoluzione 70/1 del 15 settembre 2015.
L’Agenda comprende 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.
Fra questi, l’obiettivo 5 è stato specificamente dedicato al raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment di tutte le donne.
Questo perché nonostante l’enorme contributo all’economia, attraverso il loro ruolo produttivo e riproduttivo, salariato e non pagato, le donne continuano ad essere soggette a povertà, discriminazioni e sfruttamento.
La pandemia COVID-19 ha ulteriormente peggiorato una situazione che sicuramente già prima non si poteva definire rosea: il periodo di crisi ha infatti ancora più evidenziato come il siano prevalentemente le donne e le ragazze a prendersi cura della famiglia, rinunciando del tutto al lavoro o trascurando la carriera.
A dicembre 2023, con il suo rapporto sullo stato dell’occupazione femminile in Italia, l’ISTAT ha confermato che il tasso di occupazione femminile in Italia risulta essere (dati ISTAT relativi al IV trimestre 2022 ndr) il più basso tra gli Stati dell’Unione europea, essendo di circa 14 punti percentuali al di sotto della media UE: il tasso di occupazione delle donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni è stato, infatti, pari al 55 per cento, mentre il tasso di occupazione medio UE è stato pari al 69,3 per cento. A ciò si aggiunge che una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della maternità. Altrettanto sconfortanti i dati relativi al gap retributivo medio (ossia la differenza nella retribuzione oraria lorda tra uomini e donne), che è pari al 5 per cento (mentre quella europea è il 13%). al di sotto della media europea.
La Comunità Europea, per adempiere all’obiettivo 5 ha quindi definito una strategia con obiettivi e azioni volti a garantire, entro il 2025, la parità di genere sul territorio comunitario elaborando la Strategia per la parità di genere 2020-2025 e definendo obiettivi politici e le azioni chiave. Per quanto concerne il mondo del lavoro, tra gli obiettivi principali vi sono quello di colmare il divario di genere, raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici e far fronte al problema del divario retributivo e pensionistico fra uomini e donne. La Comunità ha definito pratiche concrete, quali: aumentare la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, anche attraverso un miglioramento dell’equilibrio tra la vita professionale e la vita privata, con conseguente impatto positivo sull’economia, soprattutto a fronte di un riduzione della forza lavoro e di una carenza di competenze, e consentirebbe alle donne di svolgere un ruolo nella vita pubblica ed essere economicamente indipendenti; perseguire la parità di genere nella partecipazione ai diversi settori economici; colmare il divario retributivo e pensionistico, infatti tra le cause che determinano tale divario vi è non solo la minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ma anche il lavoro invisibile e non retribuito (si pensi ai carichi di cura), il maggior ricorso al tempo parziale e le frequenti interruzioni di carriera.
Tra le politiche sovranazionali volte a favorire l’occupazione femminile vi è la Direttive CE 2023/970 che stabilisce prescrizioni minime per rafforzare l’applicazione del principio della parità retributiva per uno stesso lavoro tra uomini e donne e il divieto di discriminazione in materia di occupazione e impiego per motivi di genere e dovrà essere recepita dai paesi membri entro il 7 giugno 2026.
L’Italia, per soddisfare questi obiettivi, ha promulgato la Legge n° 162 del 5 novembre 2021 apportando modifiche al Codice delle pari opportunità ed estendendo l’obbligo di redazione del rapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile, in precedenza previsto per le aziende con oltre 100 dipendenti, alle aziende con oltre 50 dipendenti, ed ha introdotto il concetto di certificazione di parità di genere con l’emissione del documento UNI PDR 125:2022 per la Certificazione della parità di Genere.
L’obiettivo della prassi è di accompagnare e incentivare le imprese a ridurre le ineguaglianze di genere con riferimento:
- livelli retributivi
- opportunità di carriera
- tutela della maternità e incentivo alla paternità
- work-life balance
Questa prassi di riferimento prevede l’adozione di un piano strategico che permetta alle aziende di innovare la propria gestione organizzativa, implementando un sistema di gestione che fissi obiettivi strategici e pluriennali per il conseguimento della effettiva parità.
Se l’obiettivo è senz’altro quello di garantire parità nel mondo del lavoro, questa porterà delle ricedute positive anche nella società, assicurano maggiore benessere alla popolazione
Possedere la certificazione ha poi una ricaduta positiva sull’azienda: grazie alle sue politiche diventa attrattiva per talenti e competenze diversificate rafforza la sua immagine sul mercato e assicura la fiducia degli stake- holders esterni (clienti, banche e fornitori)
Nel 2023, API Torino, attraverso APID Torino, attraverso un’azione sinergica delle due Associazioni, ha avviato uno sportello per le imprese associate.
Lo sportello informa le aziende circa la Certificazione secondo la UNI Pdr 125 e vuole essere “un supporto mirato e personalizzato alle imprese che desiderano promuovere la parità di genere e adottare politiche inclusive all’interno delle loro organizzazioni”, come racconta Brigitte Sardo, past Presidente di APID.
Lo sportello è aperto a tutte le aziende associate API Torino per informarle circa il percorso da seguire e i vantaggi che questa certificazione rappresenta
Le aziende possono contattare lo sportello inviando una mail a info@apid.it e saranno ricontattate da un / una esperto/a che fornirà loro le informazioni necessarie per iniziare questa avventura di crescita
Nelle prossime news letter avremo modo di far ascoltare le esperienze delle numerose aziende associata che hanno raggiunto la certificazione e che ci racconteranno i vantaggi ottenuti.
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